Quando Marta ha stretto per la prima volta quelle chiavi tra le mani, era il 2006.
Faceva la pendolare tra Ferrara e Bologna e passava più tempo in auto che sul divano.
Eppure, non appena vide quell'ultimo piano con la luce giusta, la scala interna e un piccolo terrazzo che sembrava fatto apposta per respirare, capì: sarebbe diventato casa.
Non era la casa dei sogni.
Era la casa dove iniziare a sognare davvero.
La arredò con gusto e logica.
La zona giorno con un angolo cottura essenziale ma funzionale, e un tavolo vicino alla finestra, che diventò testimone di pranzi veloci, lettere mai spedite e bollette pagate all'ultimo minuto.
La scala collegava le giornate alle notti.
Sopra, una mansarda raccolta: letto matrimoniale, scrivania, un divano scelto con calma.
Era lì che si rifugiava. Lontana da tutto. Vicina solo a sé stessa.
Il terrazzo? Sei metri quadri appena.
Ma d'estate ne sembravano trenta.
Era il luogo dei pensieri lunghi, delle telefonate infinite, dei progetti scritti sul retro di una busta.
Era lì che prendeva decisioni importanti.
E, più spesso, semplicemente ci pensava bene.
Protetto da un'inferriata ad anta sulla porta finestra: per tenere fuori solo ciò che non serve.
Oggi Marta vive altrove.
La casa è concessa in locazione, produce reddito, e attende solo chi saprà coglierne il significato.
È in vendita, con il contratto di locazione ancora attivo.
Non ha bisogno di ristrutturazioni. Solo di essere scelta di nuovo.
Ultimo piano. Nessuno sopra.
Una palazzina del 2005, ben tenuta, in una zona dove i servizi si raggiungono a piedi, ma il traffico resta fuori.
Nessun ascensore. Spese condominiali nella norma.
Due pertinenze essenziali: un posto auto scoperto all'ingresso e un garage per l'inverno.
L'appartamento è distribuito in verticale, come la crescita personale.
Si entra nella zona giorno: open space, cucina essenziale ma ben attrezzata, il tavolo vicino alla finestra.
Il bagno, cieco ma completo e curato, è in fondo.
Poi la scala: legno e ferro.
In alto, la zona notte.
Solaio spiovente. Un letto. Un divano. Una scrivania.
Non serviva altro.
E tutto questo rimane.
Arredato. Pronto. Vissuto con rispetto.
Con zanzariere già installate, perché chi ha vissuto qui sapeva trattare anche i piccoli fastidi.
C'è un inquilino, oggi.
Un ragazzo preciso, puntuale, rispettoso.
Il contratto è valido fino a dicembre 2026, salvo disdetta anticipata su volontà del solo conduttore.
Nel frattempo, 450 euro al mese entrano in cassa.
Una rendita semplice, lineare, pulita.
Questa non è una casa da catalogo.
È un momento preciso in cui qualcuno ha scelto di prendersi cura di sé.
E ora, un'altra persona può farlo.
Perché magari anche tu hai bisogno di un piccolo terrazzo per pensarci bene.
E perché le case migliori non sono quelle grandi.
Ma quelle giuste.
Sarà possibile visitarla solo il 24 maggio, dalle 14:30.
L'inquilino sarà presente per aprire la porta.
Solo allora potrai sentire se anche per te, è casa.
Ti interessa visionare l'immobile?